Dopo aver iniettato circa $3.000 miliardi in appena tre mesi, espandendo gli assets totali da $4158 a $7097 miliardi, la FED sembra puntare decisamente al controllo della curva dei rendimenti USA, rispetto alla quale, per le scadenze medio-brevi, si parla addirittura di tassi target inferiori all’inflazione.
Questa politica di tassi reali negativi troverebbe una sua logica nel più grande sforzo di QE mai compiuto dalla banca centrale dal 1929, non comparabile per intensità e concentrazione temporale neanche a quello che seguì il credit-crunch del 2008.
Se ciò diverrà realtà, il dollaro potrebbe tornare sui minimi degli ultimi decenni verso l’euro, e provocare un travaso di liquidità verso l’oro, da sempre negativamente correlato con i tassi reali USA.
Per questa ragione, quindi, le attuali quotazioni dell’oro già prossime ai massimi storici potrebbero perdurare e addirittura rafforzarsi per tutto il periodo di durata dello stimolo monetario in atto, che è il più massiccio della storia.
Centro Studi – Hetica Capital